La sentenza della Cassazione rimette al centro la volontà del figlio dodicenne, che con la madre voleva rimanere a vivere, non esistendo rischio alcuno, e che non è stato chiamato in audizione, nonostante l’età e le condizioni lo permettessero.
Diceva Donald Winnicott, pediatra e psicoterapeuta inglese scomparso negli anni ’70, che l’unico tipo di madre che serve ai bambini e alle bambine per crescere bene è una madre “sufficientemente buona”, ossia il contrario di una madre perfetta: una donna con normali risorse e limiti, preoccupazioni e incertezze. Perché, secondo Winnicott, solo una madre con queste caratteristiche sa vedere il proprio figlio o figlia non come mero prolungamento di sé stessa, ma come un individuo reale e separato. E lo può accompagnare nei suoi bisogni e passaggi di crescita senza la necessità di dirsi perfetta, usando le proprie capacità, riconoscendo le fatiche, chiedendo aiuto per quel che serve, sopportando nel quotidiano gli errori e i possibili fallimenti: come fanno la quasi totalità delle madri.