<<Qualche settimana fa ero a lezione per concludere il corso di Psicologia delle differenze e diseguaglianze. Era il periodo delle uscite brillanti di imprenditrici varie, e studentesse e studenti mi accoglievano in aula dicendo “Prof. ieri l’abbiamo pensata”. Io rispondevo “Anch’io ho pensato a voi”.
Perché avevamo trascorso insieme tante ore nel loro ultimo semestre di laurea magistrale, discutendo di teorie e dati, di evidenze di ricerca, di conformismo, di maggioranza e minoranze, di asimmetrie di potere, di discorso pubblico, di piani nazionali, di formazione degli adulti, di pregiudizi, stereotipi e automatismi, di cambiamento sociale. E il problema era diventato perfettamente chiaro: le pari opportunità tra donne e uomini sono un diritto e uno strumento di crescita per la società tutta e non un tema da trattare solo quando succedono disastri. Anche se spesso genitori, amici o partner “commentano i nostri pareri su una questione o un episodio dicendo: ma va, ma dai, in fondo non è vero che le donne in Italia sono discriminate. Ma perché te la prendi tanto…”.>>