L’Europa sta vivendo una eccezionale crisi economica ed energetica che in autunno potrebbe diventare devastante per importanti fasce della popolazione italiana.
L’aumento del costo dell’energia, la crisi, annunciata, di molte aziende rischia di incidere fortemente sulle fasce meno protette della popolazione. Giovani, pensionati, partite IVA, precari potrebbero essere chiamati a pagare un prezzo molto alto.
Le crisi, per alcuni, diventano una grande opportunità. Spostano ingenti ricchezze impoverendo alcuni e procurando guadagni enormi ad altri.
La storia ce lo ricorda ed anche questa volta non si sfugge a questa regola.
Il mondo della finanza è la rappresentazione plastica di questo processo. Ci sono settori finanziari in forte sofferenza, vedi i prodotti finanziari nelle borse europee ed occidentali collegati al manifatturiero. Altri comparti finanziari sono in piena espansione (borsa del gas).
Spesso accade che, dopo scossoni anche molto forti, quando lo spostamento della ricchezza si è compiuto, i mercati tendono a stabilizzarsi. Ritrovano un proprio equilibrio, ma sempre a scapito di altri comparti e settori. Non ritorna mai tutto come prima. Alcuni players ne escono ridimensionati o addirittura spariscono.
Questa situazione economico finanziaria investe i singoli, le aziende, le famiglie, ma anche gli investimenti finanziari degli Enti previdenziali.
Molte colleghe e colleghi, iscritti all’ente di previdenza della categoria, l’ENPAP, esprimono timori e perplessità su proprio futuro.
Di certo, e basta vedere l’andamento delle borse, anche gli investimenti finanziari dell’ENPAP potrebbero vivere qualche momento di sofferenza. È fisiologico. Di norma la redditività degli investimenti finanziari, passata la tempesta, tende a stabilizzarsi anche perché la prospettiva temporale nella quale si muovono è sostanzialmente pluridecennale. È già successo nel 2008, sta accadendo oggi. Si ripeterà in futuro.
L’uscita dalla crisi rimette in equilibrio il sistema. Ma questa regola non vale per tutti.
Oggi, come in passato, ma varrà certamente anche per le crisi future, il dilemma che attanaglia chi è, a qualsiasi titolo, a conoscenza dei dati, è trovare un accettabile punto di caduta tra la salvaguardia del principio della Trasparenza e l’opportunità di utilizzare una certa dose di Reticenza per evitare allarmismi. Il dilemma è Trasparenza v/s Reticenza.
La soluzione può pendere in una direzione piuttosto che nell’altra. Tutto dipende dalla considerazione che si ha della platea dei soggetti da informare.
Se la platea è considerata composta da soggetti maturi, con una significativa formazione, consapevolezza, conoscenza ed “educazione finanziaria”, non ci sono dubbi, gli amministratori opteranno per la Trasparenza. Una platea considerata immatura e con una scarsa educazione finanziaria, deve essere “protetta” e non “allarmata”, ciò spingerà gli Amministratori a privilegiare la Reticenza.
In ogni caso, gli iscritti all’ENPAP, che potremmo considerare “azionisti” dell’ente previdenziale, hanno diritto ad avere informazioni di ciò che sta accadendo agli investimenti finanziari anche per non dare adito a notizie che potrebbero essere non del tutto veritiere e che potrebbero creare allarmi, magari ingiustificati, nella Categoria.
È forse opportuno descrivere ciò che sta accadendo, senza nascondere i fatti, ma fornendo le necessarie informazioni.