A leggere il progetto Borse Lavoro ENPAP è proprio così: tutti sono un po’ psicologi, ed alcuni sono un po’ più psicologi degli altri.
Il Progetto ENPAP #VivereMeglio presenta enormi criticità, più e più volte sottolineate ed evidenziate da numerosi professionisti in tutta Italia. Anche da chi partecipa direttamente al progetto!
Tutte le criticità nel dettaglio
Di seguito l’incredibile messaggio finale che appare al termine dello screening che un qualunque cittadino, in totale autonomia e solitudine, può effettuare:

- Siamo in presenza di una AUTODIAGNOSI per la quale è sufficiente uno screening, alla Dott. GOOGLE
- Uno screening (autodiagnosi) preparato per “Promuovere l’Accesso alle Terapie Psicologiche per Ansia e Depressione” che di fatto certifica la presenza/assenza di TUTTI i disagi e disturbi psicologici. Ma la finalità del progetto non è limitata all’ANSIA e alla DEPRESSIONE?
- Lo screening proposto e autosomministrato è diventato “pandiagnostico”. Per la prima volta, le scienze psicologiche hanno elaborato uno screening capace di effettuare diagnosi in tutti gli ambiti della Psicologia. In alternativa, e sempre e solo secondo questo progetto, gli unici ambiti della Psicologia sarebbero ANSIA e DEPRESSIONE. Ma è credibile? Il documento della Consensus non dice questo.
- Crea una categoria di “non disturbi” o comunque sottosoglia che non è più di competenza dello Psicologo. Di chi allora? Il Progetto fornisce anche la risposta a questa domanda. Le problematiche sottosoglia, così come rilevate dallo screening, sono “trattabili” autonomamente dal singolo cittadino (automedicamento) oppure ci si può rivolgere ad un amico, ad una persona cara ecc. Perché non a un Counselor, ad un Coach o un Trainer qualsiasi?
- Si basa su uno screening online senza alcun controllo reale o validazione scientifica delle risposte, insomma si va a fiducia. Se qualcuno compila a caso?
- Ed in tema di autodiagnosi: se l’utente di un servizio, che vuole verificare l’esattezza di una diagnosi certificata da un Servizio Pubblico o anche da uno Psicologo libero professionista, decide di effettuare lo screening e sulla base del risultato ottenuto scopre che i suoi disturbi sono sottosoglia, che succede? Abbandona la terapia ed il trattamento? Denuncia il Servizio o il Professionista per errata diagnosi portando come prova il risultato dello screening?
- La differenza tra “alta e bassa intensità” degli interventi è tagliata con l’accetta, prendendo ad esempio un modello, quello inglese, che invece prevede tutt’altra metodologia e formazione.
- Vengono rilasciati quindi “Opuscoli” che danno in pasto a chiunque la professione, legittimando così chi da anni sostiene che ci si possa occupare di certi problemi senza essere Psicologi. Se li usasse un Counselor, un Coach, un Trainer?
- Il messaggio infatti qui riportato invita letteralmente ad occuparsi “fai da te” dei propri problemi e addirittura di quelli degli altri, perché un semplice screening online li qualifica non gravi. Può uno screening effettuare una diagnosi differenziale? Perché di questo si tratta!
Lasciamo a Colleghe e Colleghi la risposta a queste domande fornendo ulteriori elementi di valutazione.
Cosa dice la legge?
Il Progetto ENPAP sembra creare una sorta di zona grigia di disagio lieve, che non necessiterebbe dell’intervento dello Psicologo, in netto contrasto anche con la Sentenza TAR Lazio n. 13020 del 2015, la quale ha fissato parametri e principi certi. Secondo questi principi non esiste un disagio sottosoglia che può essere competenza di altre figure, anzi la sentenza specifica che “la gradazione del disagio psichico presuppone una competenza diagnostica pacificamente non riconosciuta ai Counselors e che il disagio psichico, anche fuori da contesti clinici, rientra nelle competenze della professione sanitaria dello Psicologo”, per di più l’art. 1 della Legge 56/89, quello sulle attività dello Psicologo, “tutt’ora vigente, è certamente ricompresa ogni forma di disagio psichico ed in qualsivoglia contesto”.
La competenza diagnostica di ogni disagio psichico è di conseguenza in capo soltanto agli Psicologi.
Ogni forma di disagio psichico in ogni contesto è di conseguenza in capo soltanto agli Psicologi.
Persino il successivo ricorso al Consiglio di Stato, con Sentenza n. 546/2019, non ha minimamente intaccato i contenuti di questa sentenza del TAR Lazio, i cui principi restano giuridicamente consacrati.
Gli Opuscoli “fai da te”
Perché, ribadiamo, al termine del questionario ENPAP del Progetto VivereMeglio si possono allora scaricare degli Opuscoli “fai da te”?
Un Counselor, un Coach, un Trainer non potrebbe scaricare dal sito ENPAP questi Opuscoli e utilizzarli per sé e altri, magari a pagamento?
Il tutto sembra legittimato paradossalmente da una Istituzione come ENPAP?
Che fine hanno fatto tutte le battaglie sulla competenza esclusiva degli Psicologi nel disagio psichico di qualsiasi natura e contesto?
Altro paradosso: il questionario sostiene che se non sei grave basterebbe appunto l’incredibile l’Opuscolo “fai da te”, ma se non sei grave perché ne avresti mai bisogno?
La pericolosa zona grigia del disagio sottosoglia
Se sei troppo grave non si rientra nel Progetto ma viene consigliato di ricorrere ai Servizi Sanitari territoriali: ma come fa un qualunque cittadino a comprendere cosa sia meglio per sé senza possedere alcuna competenza diagnostica?
Non sarebbe meglio valutabile proprio dallo Psicologo questa eventuale necessità anziché affidare il tutto ad un discutibile questionario online che, tra l’altro, è stato pensato solo per Ansia e Depressione e che invece viene presentato come utile ed efficace per ogni disturbo e disagio?
C’era proprio bisogno di creare questi problemi e questa confusione nell’attribuzione delle competenze psicologiche proprio ora che il bisogno di Psicologia è in crescita esponenziale?
Eppure qualcuno se ne approfitterà di questa nuova zona grigia rievocata dal Progetto ENPAP, mandando al macero anni di lotta a favore della professione psicologica!