Se più membri di maggioranza, tra cui la Consigliera con carica di Segretario, manifestano apertamente significative difficoltà a riconoscersi con chi li dovrebbe rappresentare e in chi hanno votato come Presidente e Vicepresidente, tanto da dover presentare le proprie dimissioni, ciò rappresenta a tutti gli effetti un giudizio chiaramente negativo sulla conduzione dell’Ordine.
Sin dall’inizio dell’attuale consiliatura, l’Associazione Essere Psicologi ha criticato la gestione dell’Ordine delle Psicologhe e degli Psicologi dell’Emilia-Romagna, ed in particolare il comportamento delle sue massime cariche.
Chiusura al confronto, settarismo a prescindere, presenzialismo sono state infatti da allora pressoché ininterrottamente all’ordine del giorno.
L’ultimo Consiglio Ordinario ha reso palese con forza che questa gestione poco democratica e non rispettosa dei ruoli e delle competenze dei singoli Consiglieri non è condivisa neppure da tutta la maggioranza di Altra Psicologia.
Essere Psicologi ha sin dall’inizio cercato spazi di collaborazione, ma a una disponibilità di facciata non ha corrisposto la realtà nei fatti. Anche quando, come gruppo, abbiamo provato a portare la discussione sul piano delle modalità e delle strategie complessive dell’Ordine, ci si è trovati davanti un “muro” e diversi atti da noi contestati sono passati con la risicata maggioranza di 8 voti su 15. In alcune occasioni in cui le discussioni in Consiglio divenivano particolarmente calde, il confronto è stato totalmente rifiutato la con la motivazione che la maggioranza al massimo “concede” ai Consiglieri di esprimere il proprio parere ma che le scelte e azioni reali spettano esclusivamente alla maggioranza.
In questi anni in più occasioni abbiamo visto e avvertito momenti di tensione all’interno della maggioranza. Ad esempio, durante il webinar “Il diritto alla salute psicologica”, svoltosi il 9 ottobre 2020, è apparso sullo schermo dei partecipanti, cittadini e colleghi, uno scambio di messaggi WhatsApp tra il Presidente e la Vicepresidente, con commenti e giudizi irrispettosi verso un Consigliere che fa parte della loro stessa parte della maggioranza.
Abbiamo pensato che il clima teso, ostile e svalutante che ormai da tempo si avvertiva all’interno del gruppo consigliare Altra Psicologia fosse legato alle innumerevoli modifiche portate da loro all’Ordinamento del Consiglio, che non favorivano chiarezza di ruoli e poteri tra di loro, e al presenzialismo delle maggiori cariche, a volte inequivocabilmente eccessivo.
Recentemente, nell’ultimo Consiglio un membro della maggioranza, la coordinatrice di due importanti commissioni, ha deciso di fare un passo indietro e dimettersi dal coordinamento di entrambe per esplicite difficoltà con chi sta governando il nostro Ordine.
Un paio di giorni dopo, la Consigliera che ricopriva la carica di Segretario ha comunicato formalmente a tutto il Consiglio di aver deciso di concludere anticipatamente il proprio mandato per aver subito mancanza di rispetto, offese e attacchi personali da parte di alcuni membri del consiglio, arrivando a non riconoscersi più nell’indirizzo politico e di conduzione dell’Ordine tenuto dal Presidente e dalla Vicepresidente.
Se più membri di maggioranza, tra cui la Consigliera con carica di Segretario, manifestano apertamente significative difficoltà a riconoscersi in chi li dovrebbe rappresentare e con chi hanno votato come Presidente e Vicepresidente, tanto da dover presentare le proprie dimissioni, ciò rappresenta a tutti gli effetti un giudizio chiaramente negativo sulla conduzione dell’Ordine.
Di conseguenza, a nostro parere il rapporto di fiducia nei confronti di chi deve rappresentare il nostro Ordine e tutta la nostra comunità professionale, se era già traballante prima da parte nostra, viene sostanzialmente a mancare.
Noi abbiamo da sempre auspicato un Consiglio contraddistinto da partecipazione, coinvolgimento delle singole competenze di tutti i consiglieri, senza considerare l’appartenenza ideologica, l’Ordine necessita, a nostro parere, di una diversa gestione, rispettosa delle persone, leale meno verticistica, e partecipativa.
Che fare, mancano pochi mesi alla fine del mandato consigliare perché le cose migliorino, le cose però non migliorano e perché continuano invece a peggiorare? Occorre arrivare a chiedere le dimissioni del Presidente e della Vicepresidente?
Essere Psicologi